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865 in pacc «pesti eruditi uomini, ci presentiamo al tribunale di chiunque non è sfornito di senso comune, e s’ella trova un solo il quale non volendo tradire il proprio intimo senso, resti pago di questa sua difesa, io mi do vinto. Pretendo dunque che se taluno dopo aver parlato di Tizio, dipingendolo di un carattere morale mancante d’ogni onestà, con individuare lungamente i più neri vizi de’ quali fu macchiato tutto il tenore della vita di costui, immediatamente aggiunga: assai diverso fu il carattere e il tenore di vita di Cajo, senza dir altro: quel tale, io pretendo che voglia dar ad intendere che il carattere e tenor di vita di Cajo fu onesto contrapposto a quello di Tizio. È vero che il carattere abbraccia forse ugualmente l’indole naturale, il tenor di vita, lo studio, i costumi e più altre relazioni j ma è vero altresì, che dal luogo e circostanze in cui vien messo, resta determinata questa parola carattere a significare una di tali cose in particolare. Ciò posto, io dico che in quel luogo e circostanze in cui vien da lui messa quella parola carattere con le altre tenor di vita, non può secondo il senso naturale significar altro , se non che Plinio fu un uom onesto. Finiamola con un altro esempio. S’ella, signor abate, sentisse taluno, che dopo pubblicata la sua lettera discorresse così: « 11 sig. abate « Tirabosclii risponde all1 abate Lampillas con « maniera dispregiante ed ingiuriosa j manca « alla convenienza e alla urbanità; manifesta « un carattere poco degno d1 uomo letterato: «• assai diversa è la maniera ed il carattere