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Vili. Elogio di Rafael lo fa* Lrelli. 556 libro Russi nelle sue Memorie bresciane, stampate in Brescia nel 1616. Bologna dovette la pubblicazione delle sue iscrizioni al conte Carlo Malvasia, che fu poi canonico della metropolitana, e finì di vivere in età di settantasetle anni nel i(x)3. L’opera da lui data alla luce nel 1690 col titolo Marmora Felsinea abbraccia tutte le iscrizioni finallora scoperte in quella città, e l’autore nell1 illustrarla fa pompa di molta erudizione. Giulio Cesare Capacio segretario della città di Napoli, e seri Ito r fecondissimo di molte opere di diversi argomenti, morto nel i()3i (n), ci diede le Antichità e la Storia di Napoli, della Campagna Felice e di Pozzuoli. In questa però e nella maggior parte delle altre opere da noi indicate vedesi il difetto del secolo, in cui per una parte la critica e la scienza delle antichità non era ancora stata condotta a quella perfezione che poscia colle fatiche di tanti valentuomini ella ha ottenuta*, e per f altra una colai ambizione di mostrarsi uorn dotto traeva spesso fuor di sentiero gli eruditi scrittori, e gli occupava in lunghe e per lo più inutili digressioni. Vili. Nome ancor più illustre in questo genere d1 erudizione è quello di Rafaello Fabretti, di cui abbiamo la Vita scrilta dal già lodato abate Giuseppe Marotti, e da monsignor Fabroni tra le sue inserita (dee. 3, p. i49> ec)(a) Del Capacio e delle molte opere da lui composte si posson vedere copiose notizie negli Storici napolitani del Soria (t. 1, p. 128, ec.) il qual crede eli’ ei mousse almeno due anni dopo.