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giustizia c della gratitudine, se mi sottoscrivessi ad una opinione cotanto ingiuriosa alla nazione italiana, la quale ho sempre provata verso di me piena d* urbanità e cortesia, e in particolar maniera dopo che per mia sorte soggiorno in Genova. Io dunque nel mio Saggio apologetico non ebbi altra mira, che il vendicare i diritti che ha la Spagna di essere annoverata fra le nazioni più benemerite della letteratura, e difendere i nostri scrittori dalle ingiuste accuse con cui viene offuscato non poco il loro merito. Pretesi altresì, che i due moderni scrittori italiani avessero co’ loro scritti violati questi diritti della nostra nazione, e oscurata la gloria de’ nostri autori. Questa condotta di tali scrittori 1’ ho chiamala sempre pregiudizi, preoccupazioni, pregiudicate opinioni, osservando in tutta la mia opera la conveniente urbanità e riguardo dovuto al loro carattere. Mi era questo tanto a cuore, che per assicurarmene prima di pubblicarlo mostrai il mio Saggio a parecchie persone dotte e prudenti, tra le quali ve ir erano anziché no’ delle parziali al signor abate Tiraboschi, e tutte unitamente rilevarono nel mio &i|$io questa dote di moderazione e di urbanità. Conforme al giudizio di dette persone è stato il sentimento di moltissimi altri dotti e ragguardevoli soggetti sì spagnuoli, come italiani, i quali nelle loro graziosissime lettere di congratulazione della mia Opera, senza eccettuarne pur uno, determinatamente e con magnifiche espressioni la mia Apologia di moderata e