Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/298

822 che S. Domenico fosse spagnuolo. Chi v’ ha che noi sappia? Oltre di che io ho fatto un breve elogio, ma tale di cui spero ch’essi non sieno mal soddisfatti de’ due Ordini de’ Predicatori e de’ Minori (t. 4), e l’elogio degli Ordini ridonda in lode de’ lor fondatori. Io non dico che S. Domenico fosse spagnuolo; ma dico forse che S. Francesco fosse italiano? Anzi ivi io non nomino pure que’ due Santi, perchè parlo di cosa nota perfino alla più ignobile plebe. Chi mai avrebbe creduto che dovesse trovarsi un abate Lampillas che di ciò mi facesse un reato? Ma questa non è finalmente che una puerilità in cui mi vergogno di trattenermi. Non così un’altra accusa ch’egli mi dà, di non aver fatta menzione nella mia Storia del celebre Cardinal Albornoz spagnuolo, e del molto che a lui dee l’Italia; perciocchè qui di nuovo io debbo lamentarmi della mala fede del sig. abate Lampillas, e farne solenne doglianza in faccia a tutto il mondo: In questo luogo 7 dice (par. 2, p. 202), non posso non fare un amorevol lamento con l’Ab Tiraboschi, e molto più coll’abate Bettinelli; imperciocchè dove ci dipingono lo stato dell’Italia nel secolo 14 oppresso e tiranneggiato da tanti prepotenti, non si degnano nemmeno di nominare il gran cardinale Egidio d’Albornoz, che a costo <1 immense fatiche liberò) gran parte (I essa dall7 oppressione di quei tiranni, ed assicurò alla Romana Chiesa ! l’antico Patrimonio. Quindi dopo avere rammentate le grandi imprese di quel celebre cardinale, e ripetuto più volte ch’io dovea pure