Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/270

7J) \ LIBRO (ii «oli trentatrè anni non 1’avesse rapito. Guido Reni, nome sì celebre tra’ pittori, ed uno de’ più chiari ornamenti di Bologna sua patria, ove era nato nel 1575, dalla scuola di Dionigi Calvart fiammingo, che ivi godeva di qualche nome, passò per sua buona sorte a quella de’ Carracci, e s’egli non giunse ad uguagliarne l’energia e l’espressione, li superò nella nobiltà e nella grazia , e alle teste singolarmente seppe dare un’aria sì leggiadra e sì viva, che in ciò non ebbe forse chi ’l pareggiasse. Dipinse molto in Bologna, e molto ancora in Roma, e perciò il Passeri ne ha scritta la Vita tra quelle de’ celebri dipintori che fiorirono in quella città (p. 57 , ec.); e tornato poscia a Bologna, chiuse ivi i suoi giorni a’ 18 d’agosto del 1642. Scolaro pure e concittadino de’ Carracci fu Domenico Zampieri, detto comunemente il Domenichino, nato nel 1581 , di cui ha scritto distesamente la Vita il medesimo Passeri (p. 1 , ec.) , perchè egli ancora fu molto occupato in Roma. L’espressione e il colorito furono i pregi ne’ quali ei segnalossi principalmente; e alcuni valorosi pittori son giunti a paragonare la Comunione di S. Girolamo da lui dipinta nelle chiesa della Carità alla famosa Trasfigurazione di Raffaello, e il Passeri fra tutti i quadri di Roma a questo sol lo pospose. E nondimeno non ne ebbe che il prezzo di 50 scudi. Fu chiamato a Napoli nel 1629 per dipinger la cappella di S. Gennaro, che quanto è ora ammirata da’ più saggi conoscitori , altrettanto fu allora soggetta alla critica e al biasimo de’ pittori di quella città,