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TERZO 7})3 sollevarsi tanto sull* ignobil turba degli altri mediocri pittori. Ne sono singolarmente in molta stima i disegni; perciocchè egli fu abilissimo nel disegnare sì colla penna che col bulino, e spesse volte ei correggeva ne’ suoi rami le inesattezze de’ più famosi pittori. Annibale, oltre la galleria Farnese, che basta a renderlo immortale, molte altre pitture lasciò in Roma, in Bologna , in Napoli; e moltissimi quadri se ne veggono sparsi nelle più celebri gallerie, ne’ quali non si può agevolmente decidere se più debba ammirarsi l’ingegno e la vaghezza dell’invenzione , o l’esattezza del disegno, o la vivacità e la forza del colorito. Egli ancora fu disegnatore e intagliatore eccellente, e molte stampe ne vanno per le mani degl’intendenti, che da essi son pregiatissime. Ma ei non ebbe quel frutto che dalle sue fatiche poteva sperare, perciocchè si racconta che per opera di un cortigiano, ignorante al pari che avaro, per premio della grand’opera della galleria Farnese, in cui avea impiegato otto anni, non avesse dal Cardinal Odoardo Farnese che il dono di 500 scudi d* oro. V. Ma ciò che rendette principalmente illu- v. stre il nome de’ Carracci, fu il numero e il ,,„1,’^’ valore de’ loro discepoli , molti de’ quali sarebber degni di distinta menzione, se in questo argomento io non dovessi più che negli altri esser breve, e se le opere mentovate poc’anzi non ce ne dessero le più copiose notizie. Antonio Carracci, figliuolo naturale di Agostino, avrebbe uguagliati, o superati Ibis’anche il padre e i zii, se una immatura morte in età