Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/268

■J() 3 LIBRO sforzava (di tenerli amichevolmente uniti tra loro, e di renderli emuli e non rivali. Fondò con essi un’Accademia in Bologna, da cui uscirono poscia que’ tanti e sì valorosi pittori che renderono quella scuola sì rinomata. Bramoso egli stesso di ottener nome a’ suoi cugini, inviò Annibale a Roma a dipingere la celebre galleria Farnese, per cui era egli stato richiesto. Andovvi poi egli medesimo per veder l’opera di Annibale, di cui fu molto contento, e vi aggiunse egli stesso qualche figura. Fra le più rinomate opere di Lodovico, son le pitture del chiostro di S. Michele in Bosco in Bologna, incise non ha molto e date alla luce nella stessa città, parte delle quali furono opera di esso, parte di altri egregi pittori scolari o imitatori de’ Carracci. Egli morì in Bologna nel 1619; e vuolsi che gli fosse affrettata la morte dal dispiacere per una pittura a fresco, la quale a cagione della sua vista ormai indebolita non gli riuscì felicemente. Agostino era già morto nel 1602 a Parma in età di quarantatre anni , e Annibale a Roma nel 1609 in età di quarantanove. Amendue aveano dato un gran saggio della loro eccellenza nel dipingere la galleria Farnese in Roma , ove Agostino uomo di molta erudizione somministrava i pensieri, che poscia si eseguivan da Annibale, e talvolta da lui medesimo. La gelosia che, come si è detto, sorgeva spesso fra loro, fu cagione che Agostino se ne patì, e andossene a Parma, ove fu impiegato al servigio del duca , e ove fece più opere assai pregiate , ma assai invidiate ancora da quelli che mal volentieri il vedevano