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LIBRO fu la fuma, e non ordinari gli onori che ivi ebbe Stefano, il quale avrebbe potuto fissare a quella corte il soggiorno. Ma dopo undici anni volle tornare in Italia, e si diè al servizio de’ Medici suoi sovrani, ove continuò a dar molte pruove del suo valore in quest’arte fino al 1664 che fu l’ultimo di sua vita. Il terzo è Pietro Testa pittore e intagliatore lucchese 171), scolaro di Pietro da Cortona , che visse per lo più in Roma , ove disegnò in cinque tomi le Antichità raccolte dal commendator Cassiano dal Pozzo, e datosi poscia ad intagliare in acqua forte, ottenne tal fama, che i suoi rami si videro avidamente cercati e raccolti dagli stranieri. Ei finì di vivere in età di soli quarant’anni, annegato nel Tevere, o perchè incautamente vi cadesse, mentre stava alle sponde disegnando qualche cosa , o perchè, come altri crederono, spontaneamente vi si gittasse, tratto dalla disperazione pel poco frutto che pareagli di raccogliere dalle sue fatiche. JV- IV. La pittura però più che tutte le altre im Kiìoi» ito- arti ebbe in questo secolo in Italia una copiosa jTSFct’e illustre serie di professori, i quali, benché racci- niun di essi giugnesse a uguagliare la fama de’ Tiziani, de’ Correggi, de’ Raffaelli, furon nondimeno di tal valore, che noi potremmo riputarci felici, se ne avessimo parecchi che lor si potessero paragonare. La scuola bolognese singolarmente giunse a una tale celebrità, che parve eclissar tutte le altre , ed ella ne fu debitrice ai tre Carracci, cioè a Lodovico e a’ fratelli Annibale ed Agostino di lui cugini, e agl’illustri loro discepoli. De’ tre Carracci tanto