Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/230

7^4 unno cui abbiamo un.elegante poema in tre libri sulla Cioccolata, la traduzione de’ Treni di Geremia, con alcune altre poesie stampate in Napoli nel 1689. Ma degno singolarmente di applausi e di lodi dovea essere un poema del P. Rodolfo Acquaviva sul rimedio della trasfusione del sangue, ch’ei dedicò al co. Lorenzo Magalotti. Esso, per quanto io ne sappia, non è mai stato stampato, nè il conte Mazzucchelli fa menzione alcuna di questo scrittore. Noi ne dobbiam la notizia a una lettera del senator Vincenzo da Filicaia, scritta nel 1G87 Magalotti , che gli avea mandato quel poemetto. E poichè non sappiamo che sia avvenuto di esso, rechiam qui le parole di questa lettera, ove se ne fa insieme l’elogio e se ne dà l’idea. Per ubbidirvi, dice egli (Magalotti, Lett. famigl. t 2, p. 42), ho letto attentamente il Poemetto del P. Acquaviva. E quanto alla materia non avendo se non una superficial cognizione, dirò solo, ch’ella mi pare assai bene spiegata, supposta la realtà deli1 operazione, intorno alla quale mi rimetto etc. Quanto allo stile vi so ben dire, eli egli e terso, puro, e proprio della materia, di cui si tratta, e giurerei, che Lucrezio medesimo lo riconoscerebbe per suo; nè in questo genere mi par mai d’aver letto cosa simile. Molti e molti sono i luoghi osservabili; ma quello del bracco, a mio giudizio, è maraviglioso: Qui latebras latrare, et praedam primus acuta Nare solebat odorari , raptareque morsu. Il modo poi della trasfusione del sangue del