Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/215

TERZO ^3t) cominciaracnti abbiam veduti nella storia del secolo precedente. Questi però invece di ricevere dal generale entusiasmo, che per essi si accese? maggior perfezione, furono anzi da esso condotti a una total decadenza. Pareva che tutto lo studio de’ poeti drammatici s1 impiegasse nel sorprendere e riempire di stupor gli ascoltanti con solenni maravigliose comparse, e purchè l’occhio fosse appagato, sacrificavasi ad esso ogni altra cosa (a). La magnificenza de1 principi . (a) 11 sig. abate Arteaga, parlando del reo gusto che ne’ drammi musicali di questo secolo s’introdusse, dice (Rivoluz. del Teatro music, ital. t. 1, p. 268, ec.). Ma donde sia venuta in mente a’ poeti siffatta idea, per qual istrano cangiamento una nazione sì colta se ne sia compiacciuta a tal segno, che abbia nel Teatro antiposta la mostruosità alla decenza, il dubbio alla verità, C esclusione di’ ogni buon senso alle regole inalterabili di critica lasciateci dagli antichi, se il male sia venuto dalla poesia ovver dalla musica, o se tutto debba ripetersi dalle circostanze dei tempi, ecco ciò che niuno Autore italiano ha finora preso ad investigareì e quello che mi veggo in necessità di dover eseguire. \ eggiamo dunque ciò che questo valoroso autore osserva. Egli avverte che l’uomo naturalmente ama il maraviglioso, e gode di tutto ciò che ha dello strano e del sorprendente, che quindi nacquero le favole mitologiche, gl’incantesimi, i romanzi, ec. Osserva poscia che essendo lo stil poetico diverso assai dal prosaico, e il poetico musicale essendo ancora assai più difficile del poetico ordinario, e riuscendo esso perciò men gradito al popolo, i poeti si rivolsero a supplire a questa difficoltà coll’introdurre il maraviglioso, e disperando di soddisfare il buon senso , s3 ingegnarono di piacere all’immaginazione. Tutto ciò vedesi lungamente ed eloquentemente svolto dall’ingegnoso scrittore. Ma è ella sciolta con ciò la proposta quislione? l.e suddette ragioni concorrevano ugualmente e a’ cominciaulenti