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662 LIBRO senza sua colpa, brighe, e rimase ferito: la sua mano fece sue vendette , e molti mesi ebbe a stare in bando: quietossi poi ogni nimistà, ed ei si godette lungo riposo. Ei visse quasi sempre in patria, ove ancora in età eli cinquant’anni prese a moglie Lelia Pavese, da cui però non ebbe figli. Solo nel trasser talvolta il desiderio di viaggiar per l’Italia, e gli onorevoli inviti fattigli da alcuni principi. Fra essi Ferdinando I gran duca di Toscana , avendo saputo che il Chiabrera era venuto a Firenze, chiamollo a sè , e accoltolo con molto onore, gli commise alcuni versi per servire sulla scena ad alcune macchine ch’ei volea mandare in dono al principe di Spagna; ed avutili, gli fece dono di una catena a oro con una medaglia in cui era impressa la sua immagine e quella della gran duchessa, e di una cassetta di acque stillate e odorose. Indi in occasione delle feste che si celebrarono per le nozze della principessa Maria, che fu poi reina di Francia, gli comandò che avesse cura delle poesie che doveansi rappresentar sulla scena , e nella pruova che se ne faceva innanzi al gran duca e ad altri gran personaggi, avendo egli veduto che il Chiabrera , come gli altri, stavasi in piedi e a testa scoperta , il fè scoprire e sedere; e ordinò poscia ch’ei fosse notato tra’ gentiluomini dalla sua corte con onorevole provvisione e senza obbligo alcuno. Abbiam parimente veduto coni’ ei fosse ivi onorato da Cosimo II, che in somigliante occasione chiamatolo sel fece sedere a lato. Nè meno fu egli accetto a Carlo Emanuello duca di Savoia, il quale sapendo