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68 LIBRO lasciala memoria fra gli altri il suddetto Eritreo: jFlorebat, «lice egli (EpisL ad div. t. 1, l. 4, ep. 2) , ea tempestata 11umoristarimi Celebris A endemia hominum doctissimorum numero atque frequentia: erat summa inter eos pax atque concordia; nemo adversarius, nemo obtrectator laudum alterius, sed contra semper alter ab altero adjuvabatur, et communicando, et monendo, et favendo. Parve che sul principio minacciasse quest’accademia di venir presto al nulla, perciocchè lo stesso Eritreo, scrivendo agli 8 di luglio del 1607 al Castellini, dice ch’egli temeva che essa fosse vicina a sciogliersi, perciocchè le adunanze che prima tenevansi ogni otto giorni, erano già da gran tempo intramesse. Ma poscia in una proscritta, aggiunta la sera del giorno medesimo, scrive che crasi in quel dì stesso raccolta l’accademia con tal frequenza di accademici e di uditori, che non ricordavasi di aver mai veduta l’uguale (ib. l. 1, ep. 10). Appena era a’ que’ tempi uom dotto in tutta l’Italia, che ad essa non fosse ascritto. Perciò nel numero di quegli accademici, oltre i già nominati, veggiamo Porfirio Feliciano, Antonio Querenghi, Alessandro Tassoni, Battista Guarini, Francesco Bracciolini, il Cardinal Girolamo Aleandro, il Marini, il cardinale Sforza Pallavicino, il commendatore Cassiano dal Pozzo e due sommi pontefici Clemente VIII e Alessandro VII. Moltissimi altri accademici, e quasi tutti famosi per la molteplice loro erudizione e dottrina , nomina il ch. sig. dottore Domenico Vandelli (Lettere di Ciriaco Sincero, ec. p. il quale dice di averne raccolti i nomi di