Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/79

(li Umoristi, die essi presero, (quando cominciarono a formare un corpo accademico. L1 epoca di questa accademia dee (fissarsi poco dopo il i(ìoo; perciocché l’Eritreo, parlando della morte del Mancini, che avvenne nel i 635, alcuni anni dappoichè egli, rimasto vedovo, avea preso il sacerdozio, dice che per più di 30 anni avea egli avuto il piacere di veder nella sua casa raccolta una tale adunanza d’uomini dotti, che la maggiore non erasi mai veduta in Roma , e di vederla fiorir per modo ne’ letterarii esercizii d’ogni maniera che potea destare invidia anche fra le nazioni straniere (ib. Epist ad div. t. 1, l. 5, ep. 6). Certo essa era già fermata nel 1603, nel qual anno (ib. l. 4, ep. 4) Giovanni Zarattino Castellini faentino recitò ivi un’orazione sulle barbe. Il Salviani ne era il piò fervido promotore, e quando doveasi tener l’adunanza, andava egli in cerca di tutti gli accademici, invitandoli e pregandoli a intervenirvi, e a fare in essa pubbliche le erudite loro fatiche (id. Pinacoth. pars 1, p. 32). Raccoglievansi essi due volte ogni mese, e talvolta ogni otto giorni in casa del Mancini , e prima quegli a cui ciò era stato dal principe ordinato, saliva in bigoncia a recitare o un’orazione, o un poema, o altro componimento, e seguivan poscia gli altri accademici recitando le lor poesie. Antonio Bruni , di cui diremo tra’ poeti italiani, era il segretario e censore dell’accademia, a cui toccava l’esaminare i componimenti che doveano pubblicarsi. Con qual fervore e con qual vicendevole unione si coltivassero in essa gli studi, ce ne ha