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PRIMO 59 IV. L università di Napoli el>be al principio «li questo secolo un zelante e splendido protettore nel vicerè conte di Lemos , da cui fu innalzata, colla direzione del celebre cav. Fontana, la vasta e magnifica fabbrica di questo Studio, e furono stabilite opportune leggi affin di avvivare il coltivamento delle arti e delle scienze; e alcuni altri ancora dei vicerè spagnuoli, che nel corso di questo secolo governaron quel regno, mostraron di avere in pregio gli studi, e onoraron del lor favore gli uomini dotti. Ma ciò non ostante non fu molto felice in quella provincia lo stato della letteratura j e io non posso meglio esprimerne le ragioni, che col recare le parole con cui le descrive il! sig. Giangiuseppe Origlia: Passato poscia questo regno, dice egli, (Stor. dello Studio. di Nap. t 2, p. 188, ec.) sotto il governo de’ Spagnuoli, e reso provincia delle Spagne, come in tanto non ebbe proprio principe , e fu governato <kì vice rii, che da’ sovrani di quelle erano qui inviati, per lo spazio presso che di due secoli, che durò un tal governo, appena si mantennero gli studi tra’ nostri in questo stesso stato senza altro miglioramento. Quegli Spagnuoli proposti al governo di queste Provincie, essendo sempre sul timore di esser richiamati dalla corte di Madrid, e così di lasciarle, mettevano ogni loro cura piuttosto in cai’ ciar dalle loro viscere somme rilevatissime (d’oro, ed impinguarsi col sangue de’ nostri, che in pensar di promuovere le lettere e le scienze. Senza che erano essi danimo anzi guerriero, che inclinalo a queste, e per IV. Infilile Malo di qurlla di Na|H»li.