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PRIMO 55 II. Deir università di Bologna non abbiamo altre memorie che la nuda serie de’ professori pubblicata dall1 Alidosi e solo fino al 1623 nè di essi è or tempo di ragionare. I nomi però di alcuni tra loro , de’ quali parlerem nel decorso di questa Storia, ci fan conoscere eh1 ella continuò a mostrarsi degna dell1 onore di cui avea sempre goduto; e un Cassini, un Cavalieri, un Montanari posson bastare a renderne il nome immortale. E eh1 ella nel numero ancora degli scolari, che da ogni parte vi accorrevano , continuasse a gareggiare colle più illustri , ne abbiam la pruova fra le altre in una lettera d’Aquilino Coppini, scritta da Milano nel novembre del 1608 a V incenzo Cavalli , che studiava allora in Bologna: Illud autem scito , dice egli, (Coppia. Epist p. 74) mirifice mihi grata fuisse , quæ de ista urbe, de Academia magnificentia, de numero et sapientia Doctorum , de multitudine ac modestia nobilissimorum juvenium, qui istuc studendi causa confluxerunt, ad me scripsisti. Di quella di Padova molto abbiam nelle Storie del Papadopoli e del Facciolati; e questo secondo principalmente nel tesser la serie de’ lettori di amendue le classi, cioè de’ legisti e degli artisti , ci dà ancora notizia de’ diversi decreti dal Senato veneto e da’ Riformatori dello Studio in diverse occasioni pubblicati, di alcuni nuovi collegi aperti, e di altre cose spettanti allo stato di quella università , la qual pure e nel numero degli scolari e nel valore de’ professori sostenne la fama a cui ne’ secoli precedenti era salita. Ma io non trovo cosa che