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primo 53 fervente pietà e una singolare costumatezza. Bella ancora è la testimonianza che alla erudizione e alla gentilezza del marchese Manso rendette Torquato Tasso, quasi presago che questo coltissimo cavaliere avrebbe onorata la sua memoria collo scriverne, come poi fece, la Vita. Egli dunque nel principio del suo Dialogo dell’Amicizia, che volle intitolare Il Manso, così di lui dice: Il sig. Giambattista Manso colla nobiltà del sangue, colla gloria dei suoi antecessori, collo splendore della fortuna, ha congiunta per lunga consuetudine tanta cortesia e tanta affidabilità nella conversazione, che a ciascuno è più agevole interrompere i suoi studi, che a lui medesimo quelli dei suoi domestici e familiari; e quantunque egli sia desideroso dì imparare c cT intendere sempre cose nuove, è nondimeno nelle belle e buone lettere ammaestrato ed avvezzo nelle lezioni degli ottimi libri, e di sì altro intendimento, che ne’ luoghi più oscuri e ne’ passi più difficili della filosofia e delP istoria è simile a coloro i quali camminano per via conosciuta, laonde non hanno bisogno di guida, ma possono fare la scorta agli altri. Piuttosto adunque a guisa di signore che di peregrino si spazia nelle scienze, e si avvolge quasi nel cerchio delle arti e delle discipline. E benché le occupazioni della Corte sieno impedimento allo studio, tuttavolta coll acume dell ingegno e coll altezza dell animo supplisce al difetto del tempo e delle occasioni. Non fu dunque l’italiana letteratura del tutto priva di sostegni e di appoggi; ma ciò non