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4G • LIBRO eh’egli ancora ebbe P annua pensione ili i 5o doppie pel suo valore nel poetare? (<i). Così questo gran principe, non pago di avvivare le scienze e le arti nella sua Francia, fece ulPIlalia ancora conoscere il suo animo splendido e liberale a favore de’ dotti. XI1. Tra1 privati ancora trovaron le lettere alcuni splendidi mecenati, e noi ne dovrem rammentare parecchi, ove ragioneremo delle accademie da essi nelle lor case raccolte, e delle biblioteche e de’ musei da essi formati. Qui ci restringeremo a dir di tre soli, cioè di un Veneziano, di un Fiorentino, di un Napoletano , che in ciò singolarmente si renderon illustri, e promosser non poco l’italiana letteratura. Il Veneziano fu t)omenico Molino chiarissimo senatore, di cui il Foscarini a ragione si duole che niuno abbia finora scritta la Vita (Letterat. venez. p. 317). Il Gassendo nella Vita del Peireschio lo pone al pari con que’ due gran mecenati dell1 italiana e della tedesca letteratura, Gianvincenzo Pinelli da noi mentovato nel tomo precedente, e Marco Velsero; e aggiugne che pochi tra’ più potenti monarchi (<2) A quelli che furono pensionati dal re Luigi XIV, deesi aggiugnere, se crediamo al P. Angiolgabriello a agli scrittori da lui citati (Scritt. vi cent. t. 6, p. i85, ec.), il P. don Giambatista Ferretti vicentino monaco casinese, il quale avendo nel 1 Cvji dedicata al Delfino una sua copiosa raccolta d’iscrizioni intitolata Mnsae Lapidariae, stampata in Verona, ne ebbe dal re una cospicua pensione, e fu anche a quella corte chiamato col titolo di storiografo ed antiquario della Francia t ma morì in viaggio nel 1682.