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a confronto colf epoca incontrastabile delle osservazioni del Galileo. Quest’epoca precede l’agosto del 1610, perchè una lettera di f Fulgenzio (Galil. ()Op. t. 2, p. 226, ed. Fir.) ci assicura eli’ egli uvea mostrato in Venezia le macchie del Sole a F. Paolo Sarpi •, e già si sa che alla fine d’agosto di quell’anno il Galileo fece ritorno in Toscana (Fi vi ani, l’ita del Gal. prem. alle sue Op. ed. cit. t. 1, p. 72). Ma troppo a lungo io mi trattengo intorno a tali cose, scrivendo a lei che di quest’epoca appunto ha fatto uso per attribuire al nostro italiano filosofo il primato di questa scoperta contro alle vane pretensioni del P. Scheiner. Mentre da una parte così si muove guerra al Galileo, da un1 altra parte gli si presentano nuovi omaggi e nuove glorie. Un suo breve teorema di meccanica era fin qui rimasto umile e quasi negletto, ed ora nelle mani del sig. de la Grange improvvisamente si mostra feconda sorgente d’un1 intera scienza vastissima. Questo è il principio delle velocità virtuali, dal quale egli ha dedotta la meccanica tutta quanta de’ corpi solidi e de’ fluidi La Grange, Méchan. analit. Paris, 1788, in 4°). Questo principio egli confessa di averlo attinto dal Galileo che lo spiegò nella Scienza meccanica, e nel terzo de’ suoi Dialoghi intorno a due nuove scienze. Esso consiste in questo, che v’ ha equilibrio fra le potenze, quando esse sono in proporzione inversa delle loro velocità virtuali, avendo riguardo alla direzione delle potenze medesime. Col nome poi di velocità virtuale s’intende quella velocità che un corpo posto in equilibrio