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AL CAPO II DF.L LIBRO II 535 Ma essi non si avveggono, o, a dir meglio, infingono di non avvedersi della debolezza del loro argomento. La Chiesa non ha mai dichiarati eretici i sostenitori del sistema copernicano , e questa troppo rigorosa censura non uscì che dal tribunale della romana Inquisizione, a cui niuno tra’ Cattolici ancor più zelanti ha mai attribuito il diritto della infallibilità. Anzi in ciò ancora è d’ammirarsi la provvidenza di Dio a favor della Chiesa; perciocchè in un tempo in cui la maggior parte dei teologi fermamente credevano che il sistema copernicano fosse all’autorità delle sacre carte contrario, pur non permise che dalla Chiesa si proferisse su ciò un solenne giudizio. Nè io perciò voglio dire che la condotta tenuta col Galileo fosse in ogni sua parte lodevole. Troppo si prestò fede in quell’occasione a’ filosofi peripatetici, i quali, non sapendo rispondere agli argomenti del Galileo, facevansi scudo dell* autorità della sacra Scrittura. Non si esaminò abbastanza se gli argomenti del Galileo avesser tal forza, che rendesser lecito l’abbandonare il senso letterale; e si suppose come già dimostrato che il sacro testo non poteva avere altro senso. Tutto ciò io concederò volentieri. Ma voi ancora mi concederete, o signori , che non picciola parte nella sua condanna ebbe il medesimo Galileo; e che se egli fosse stato, se non più esatto osservatore, trasgressore almeno più cauto del divieto già fattogli, e se meno avesse innaspriti i suoi emuli e i suoi censori, e non avesse mostrato