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534 appendice al giardino della Trinità de’ Monti, clic era villa del gran duca, dalla quale gli fu anche talvolta permesso di recarsi a Castel Gandolfo (Targioni, l. cit. t. 2 , par. 1 , p. i af>). E questa relegazione ancora fra pochi giorni ebbe fine, e gli fu permesso di passare a Siena presso l’arcivescovo suo amico; donde poscia sul finire dell’anno potè ancor trasferirsi alla sua villa di Arcetri. Tutta questa serie di fatti ch’io vi ho in breve accennati, non è già tratta dalle opere di qualche seri II or pontificio, o di qualche apologista della romana Inquisizione, ma dalle lettere con cui l’ambasciador Niccolini ragguagliava il gran duca di tutto ciò che al Galileo andava di giorno in giorno accadendo. Voi vedete dunque , o signori, qual fede si debba a certi scrittori di Aneddoti e di Dizionarii, i quali ci rappresentano il Galileo chiuso e sepolto lungamente in un’oscura prigione, e sottoposto a una crudele tortura non altrimente che farebbesi di un malfattore. Quadri son questi delineati dalla fantasia di velenosi scrittori, i quali tutto ciò che a religione appartiene, o mordono, o insultano rabbiosamente. Che direm noi poscia di quelli tra’ Protestanti che nella condanna del Galileo si lusingano di trovare un invincibile argomento contro l’infallibilità della Chiesa? Il sistema copernicano, dicono essi, fu come ereticale condennato e proscritto. E nondimeno esso è ora riconosciuto come il solo che sia conforme all’esperienza e alla ragione, e fra’ Cattolici ste.«fci 11011 v’ha alcuno che si rechi a scrupolo il sostenerlo.