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53a APPENDICE giudicassero dell’interno di quell’edificio, e lo credessero esattamente formato a norma del loro disegno. Sappiam di fatto che Urbano \ III si dolse di essi più volte, che non fossero stati abbastanza avveduti, e che si fosser lasciati ingannare dal Galileo; e contro monsig. Ciampoli, prelato di grande autorità in Roma, mostrossi singolarmente sdegnato, perchè avendolo egli su ciò interrogato più volte, sempre avealo assicurato della religiosa ubbidienza e della sana dottrina del Galileo (l. cit. p. 276, 286, 295). Or ditemi per vostra fede, o signori. Il più moderato e il più giusto tribunale che mai sia stato al mondo, se vedesse un suo rigoroso divieto oltraggiato pubblicamente, e conoscesse che il violator del comando, di ciò non pago, ha voluto ancora prendersi beffe di esso, e raggirarlo con arte, e carpirne astutamente una permissione che a piena cognizion di causa gli sarebbe stata negata , non moverebbesi a sdegno , e non riputerebbe di grave pena meritevole il trasgressore l li sarebbe egli perciò a stupirsi che l Inquisizione romana proceduto avesse con non ordinario rigore contro del Galileo? E nondimeno tale era il rispetto che col suo profondo sapere e colle tante sue ingegnose scoperte egli avea ottenuto, che ei fu da quel severo tribunale trattato con non usata piacevolezza. Ciò che vi ebbe di più aspro nel processo intentatogli, ne fu il principio. Perciocchè, uomo giunto omai all’età di 70 anni, nel febbraio del 1633 dovette recarsi a Roma, a nulla essendo giovate le istanze fatte in nome ancor