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AL CAPO II DF.L LIBRO li 520 o signori, clic se il Galileo avesse moderate alquanto le sue espressioni, forse non sarebbesi esposto a’ travagli che dovette poi sostenere j e che que’ cardinali che dal Guicciardini si accennano, non gli avrebber recata molestia alcuna, se solo privatamente avesse egli sostenuta la sua opinione. Ma prima di andare innanzi, conviene qui stabilire alcuni principii che son necessarii a rischiarare e a giustificar la condotta che si tenne col Galileo. È certo presso tutti i Cattolici , che il testo originale della sacra Scrittura , anche nelle cose che non appartengono al domma , non contiene falsità alcuna , e che tutto ciò che da essa si afferma, deesi tenere per vero. È certo ancora che dal senso letterale della sacra Scrittura non è lecito l1 allontanarsi , se non ove qualche evidente pruova a ciò ci conduca, la qual ci dimostri che il senso letterale conterrebbe una falsità, o un error manifesto. Or, ciò supposto, non può negarsi che diversi passi della sacra Scrittura sembrino persuaderci che la Terra sia immobile , e che il Sole intorno ad essa si aggiri. Questi erano i passi che al Galileo si opponevano; e s’ei fosse ristretto a rispondere che egli parlava sol da filosofo, e che ove i passi della Scrittura non potessero altrimente spiegarsi , ei non intendeva di opporsi a sì rispettabile autorità, la quistione probabilmente non sarebbe ita più oltre. Ma pare che il Galileo non fosse pago di ciò. Una lettera da lui scritta circa quel tempo al P. don Benedetto Castelli