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5 1 4 APPEMjICE il’uomini dotti, e iti ulto di udirli disputare tra’ loro: L)< filosofi altre ve e di fx>eti Sì vede in mezzo un’onorata squadra: Quel gli dipinge il corso de’ p ani ti , Questi la terra, quegli il Ciel gli squadra. Orl. c. 3 j , si. 4* E forse a questo amore pe’ gravi e seriosi studi dovette l’Ariosto quel non troppo gentil complimento con cui il cardinale, suo benefattore per altro e amorevole mecenate, lo accolse , allor quando vennegli innanzi col suo Furioso, Io non so se il cardinale nel traversar l’Allemagna vedesse il Copernico, e con lui favellasse. Certo è bensì che ei conobbe Jacopo Zieglero astronomo esso pure rinomatissimo, e che tornato in Italia, con replicati inviti a lui fatti per mezzo del Calcagnini medesimo, ottenne di’ ei venisse a Ferrara, ove, e poscia in Venezia e in Roma visse più anni. Da lui è probabile che il Calcagnini prendesse notizia del copernicano sistema, ch’ei poscia, benchè non troppo felicemente, spiegò in quel suo trattatello: Quod Coelum stet, terra autem moveatur. Ed eccovi, o signori, nel Calcagnini il primo Italiano che ardisse di sostenere, prima ancora della pubblicazione dell’opera del Copernico, il sistema copernicano. Or come fu egli accolto un uomo che riguardo all1 astronomia poteva rimirarsi come un empio novatore pericoloso? Non solo ni un rumore contro lui sollevossi; ma essendosi egli recato a Roma a’ tempi di Paolo III, ne fu con tale benignità ricevuto,