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5io appendice dopo molte difficoltà espugnato. Fra’ quali il primo fu il cardinale Niccolò Schonberg vescovo di Capova , uomo in ogni genere di dottrina insigne, e presso a lui il mio amatissimo Tidemanno (Gisio vescovo di Culma, uomo, coni egli èy studiosissimo delle sacre lettere e di ogni letteratura , il quale spesso con lettere e talvolta ancor con rimbrotti mi ha esortato e sospinto a pubblicar questo libro. Determinossi dunque finalmente il Copernico a pubblicarlo. Molto di protezione e di favore potea egli sperare alla sua oper a dal vescovo e da’ tanti altri uomini dotti che a pubblicarla l1 aveano indotto. Un più autorevole mecenate volle ei procacciarle, e scelse quello di cui nell’ecclesiastica gerarchia non poteva avere il più grande, dico il pontefice Paolo III La lettera dedicatoria con cui egli gliela offre, tutta rivolgesi sulla novità e sulla difficoltà dell’argomento, e sulle ragioni che a immaginare questo nuovo sistema l’avean condotto. Nelle lodi di Paolo non si stende sì a lungo, come di far si costuma nelle moderne lettere dedicatorie; ma ne forma in breve un luminoso elogio, dicendo che anche in quel suo rimoto angolo della terra in cui egli vivea, sapevasi che Paolo III non solo per la sublime sua dignità, ma anche per l’amore di tutte le scienze, e della matematica singolarmente, sopra tutti si sollevava. Sappiamo di fatto che Paolo III fu uno de’ più eruditi pontefici che sedessero sulla cattedra di S. Pietro. E a provarcelo, bastar potrebbe l’immagine che di lui, mentre era cardinale, ci ha lasciata f Ariosto,