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LIBRO a chi logge die io rechi qui le parole: Ei ne reca, dice, una sua spiegazione, che oltre all’essere ingegnosissima, o io molto tu’ inganno, o in sè rinchiude siccome! il germe d’una intera teoria, che sembra assai più recente, e nata anzi solo a’ dì nostri « sopra la natura e le cagioni dclF evaporazione; perchè congetturando egli, che però l’atmosfera nelle accennate circostanze s’alleggerisca, perchè il copioso umido, che seco recano i venti portatori delle nuvole e della pioggia, ne. separa e precipita al basso le particelle iF altra natura più mas siede e pesanti raccolte in essa, e costrette a cedere il luogo alle sopravvegnenti acque, di cui è F aria secondo esso avida e bibula sopra modo, manifestamente si scorge ch’egli immagina i vapori non già misti unicamente, e sospesi, e nuotanti nell’aria, come pare che fino a questi ultimi tempi siasi comunemente opinato, ma sibbene ad essa strettamente congiunti, e per una perfetta ed intima combinazione accoppiati, e conseguentemente ch’egli attribuisce all’aria stessa l’attività e la forza di vero solvente; per cui essa dalle, sostanze pressochè tutte sparse sulla faccia del globo stacchi le minime loro molecole, e a sè le. attragga e le unisca, nelle (quali due proposizioni consistono appunto, se non sono ingannato, le principali novità, cui si pregiano di avere scoperto alcuni valenti fisici de’ nostri dì. Egli ebbe alcuni avversarii della sua opinione, e fece loro l’onore, forse da essi non meritato, di rispondere alle loro obbiezioni. Ma ebbe anche il piacere di veder la sua opinione approvata dal gran Leibnizio,