Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/490

47 3 ubro Giulio (’osare Chiodini o Ghindino bolognese, professore nell università della sua patria j e tra esse son celebri quella singolarmente t De ingressu ad Infirmos, e quella intitolata Empyrica rationalis, che fu poi pubblicata da (Giulio Cesare il giovane (V. Orlandi, Scritt. bologn. p. 180; Fai ita zzi, Scritt bologn. t. 3, p. 157). Paolo Zacchia romano fu uno de’ più dotti medici dell’età sua, e il sapere ne fu tanto più ammirabile, quanto più si stese a ogni genere d’erudizione , e non solo alle scienze , ma alla pittura ancora , alla musica, alla poesia, all’eloquenza. Fu medico del pontefice Innocenzo X, e visse fino al 1659 , in cui, in età di 75 anni, venne a morte. Le opere da lui composte e date alla luce si annoverano in parte dall’Allacci (in Apibus urban.), e più compitamente dal Mandosio (Bibl. rom. t. 1, p. 102, ec.), i quali ancora accennano , o riferiscono gli elogi con cui hanno di lui parlato molti scrittori di que’ tempi. Fra queste opere sono le più pregiate quelle De’ Mali ipocondriaci, e Del Vitto quadragesimale, scritte in lingua italiana. Ma maggior fama ancora egli ottenne colle sue Questioni medico-legali, di cui si fecero varie edizioni, e quella singolarmente nel 1688 in Francfort in tre tomi in folio. M. Portal sembra che non sappia finire di lodare quell’oper i (l.cit.p. 429)Ei dice che è una delle migliori che i medici italiani abbian prodotte, e che noi possiamo vantarci di aver pubblicati intorno alla medicina i migliori libri che si abbiano} ch’egli ha composta quest’opera in favore de’ giurecon-