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444 LIBRO loro autore salirono in altissima stima. Alessandro Segni, scrivendo da Parigi al principe Leopoldo nel i6(>6, e rallegrandosi dell’onor fatto al Redi nel nominarlo lettor di lingua toscana in h irenze, Mi creda l’A. V, dice; (Lettere ined. t. 1, p. 28 \, ec.), che il sig. Redi è (qui conosciuto e stimato mediante il suo libro delle vipere, che ciascuno ne parla con ammirazione, ed è onore del paese che gli si dia animo e occasione di fare delle altre opere. Nè solo il Redi è scrittor dotto e ingegnoso, ma colto ancora e leggiadro quant1 altri mai 5 e 11011 si può di leggieri decidere se colle sue opere ei più diletti, o istruisca. E vedesi in esse innoltre, anche allor quando ei difendesi contro gl1 impugnatola delle sue opinioni, quell1 indole dolce e piacevole per cui egli era amatissimo da chiunque avea la sorte di accostarsegli. Tutti in fatti ne lodano la dolcezza dell’animo, l’amabilità delle maniere, la facilità nel comunicare le sue scopet te, le premure e le sollecitudini ad altrui vantaggio, la rara modestia, il perfetto disinteresse e tutte le più belle virtù che in lui si ammirarono. Le opere del Redi, dopo la citata edizione del 1712, sono state ristampate più volte, e una nuova edizione ne fu fatta in Napoli nel 1741 in sette tomi in 4 ° Alcune lettere ne sono state pubblicate di fresco da monsig. Fabroni (Lettere ined. t. 1, p. 181; t. 2, p. 327 , 329). Delle Poesie toscane, per le quali ei non fu meno famoso che per le altre sue opere, diremo altrove. Negli ultimi anni di sua vita fu travagliato dal mal