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4°° LIBRO LL Di Muzio Oddi da Urbino abbiamo due Trattati degli Orologi solari, e due altri dello Squadro, e della fabbrica e dell’uso del comparso polimetro, stampati in diversi anni separai amente E i primi due son memorabili, perchè l’autore gli scrisse essendo in prigione, ove stette con gran rigore racchiuso per nove anni, perchè fu accusato a) duca d’Urbino di avere alla duchessa scoperti alcuni segreti, e a scriverli si valse perciò d’inchiostro fatto di carboni pesti stemprati nell’acqua e al fumo della candela, e rassodando la carta con colla assai leggiera. Di queste vicende dell1 Oddi che, uscito di carcere nel 1609, fu rilegato a Milano , ed ivi ebbe la cattedra delle matematiche nelle Scuole Palatine, c morì poi in Urbino nel 1639, parlano a lungo l’Eritreo (Pinacoth. pars 1, p. 174) e Apostolo Zeno (Note al Fonlan. t. 2, p. 38y), il quale osserva che l’Oddi si dolse che il P. Giulio Fuligatti gesuita si fosse usurpate le sue fatiche in un colla sua opera De Constructione Æquationum, pubblicata l’anno 1700, ottenne un luminoso elogio dall’Accademia di Parigi. Il primo all’analisi congiunse 1 astronomia. Viaggiò ancora in Costantinopoli, e dicesi che vi trovasse il gran Visir molto istruito nelle matematiche , e eh ei volesse trattenere ivi il Monforte, perchè nella scienza medesima istruisse il Sultano j ina che si grande onore parve pericoloso al Monforte, e che amò meglio di tornarsene in Italia. Del saper di amendue, e delle opere da lor pubblicate, si posson vedere più distinte notizie nell’opera altre volte lodata del signor Matteo Barbieri (Notiz. de’ Mult rn. e Filos. napol. p. 167 , cc.).