Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/411

SECONDO jgg molli anni- e io perciò qui indicherò solamente che il P. Ceva, sì celebre per le eleganti e leggiadre sue poesie latine, fu l’inventore dello strumento per la sezione dell1 angolo, cui egli pubblicò fin dal itx)5, e che il marchese de l’Hopital nelle sue Sezioni coniche , stampate in Parigi più anni dopo, il pubblicò egli pure, senza far menzione alcuna del P. Ceva , come ha osservato il dottissimo P. abate. Grandi (praef. ad Quadrat Circuli, ec.). Al secolo di cui scriviamo , appartengono molti altri filosofi e matematici di minor nome, de’ quali non giova il far distinta menzione in un1 opera che non è una Biblioteca di Scrittori italiani, ma una Storia de’ progressi che tra noi fecer le scienze. Io ho ricercate più minutamente in addietro le notizie de’ nostri scrittori, perchè così doveasi fare, allor quando meritava non picciola lode chiunque sforzavasi d1 illustrare in qualche modo le scienze dall’ignoranza di tanti secoli oscurate ed oppresse. Ma or che siamo in una chiarissima luce, dobbiam cercare soltanto di quelli che maggior nome ottennero nel coltivarle, e furono ad esse più utili colle dotte loro fatiche. Alcuni altri però ne indicherem brevemente, quasi per saggio del molto più che dir ne potremmo, se volessimo stenderci più ampiamente (a). (fi) Due celebri matematici ebbe il regno di Napoli, Antonio di Monforte nato in Basilicata I" unno iti-fi c morto l’anno 1717, e Giacinto Cristoforo nato in Napoli nel 1650, e che visse almeno fino al 1720. Amendue coltivarono smgol.irniente P umilisi: e il secondo