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PRIMO jt) duca con suo decreto segnato in Ivrea a’ 13 di marzo del 1708, e trasmessomi dallo stesso sig. barone Vernazza, nominò suo bibliotecario il molto diletto Oratore D Carlo Ravano di Cremona, assegnandogli lo stipendio di 30 scudi da tre lire ogni mese. Chi crederebbe che un principe il quale fu quasi sempre tra l’armi, avesse ciò non ostante tanto di ozio e sì grande inclinazione agli studi che potesse scriver più opere di non piccola estensione? E così fu nondimeno. Nella biblioteca della real corte di Torino conservansi ancora, come afferma il Rossetti (Syllab. Script. Pedem. p. 131, ec.), due opere voluminose scritte a mano di questo ammirabil sovrano , una in lingua italiana intitolata Il Delta, nella quale tratta de’ fondatori delle principali monarchie, e di tre singolarmente, cioè di Mosè, di Romolo e di Costantino} e un’altra in lingua francese sopra il blasone, in cui svolge ampiamente ed eruditamente tutto ciò che a tal materia appartiene, oltre un’altr’opera incominciata, ma non finita, cioè una Storia generale del Mondo, colle Vite de’ più celebri capitani e de’ personaggi più illustri. Di queste opere fa menzione anche Alessandro Panigarola, a lui dedicando nel 1629 le Lettere di monsig. Francesco suo zio, ed ei le intitola II Paralello de Principi, il adhaerett librorum cultor eximins, qui non modo portieum amplissimam iis custodien di s a fundamenlo excitaeit, sed et Asinii Pollionis et aliorum tv te rum exentplo illustrium virorum imagines et statuas in cadcm collocari jussit.