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H pniMa s*t una sua Relazione ms. delle cose a sè avvenute in Piemonte, dice che fu condotto innanzi a quel duca che desinava circondato da cinquanta o sessanta vescovi, cavalieri, matematici e. medici, co’ quali discorreva variamente, secondo le professioni di ciascuno, e certo con prontezza e vivacità d ingegno mirabile; perciocchè o si trattasse d’historia, o di poesia, o di medicina , o d astronomia, o d alchimia, o di guerra, o di qualsivoglia altra professione, di tutto discorreva e molto sensatamente e con varie lingue. Così questo gran principe in quelle ore medesime che sembravano meno opportune agli studi, sapeva occuparsi con frutto, e rendere ancor le mense fecondo pascolo della sua erudizione. Abbiamo nel precedente tomo osservato (par. 1) che il duca Emanuele Filiberto avea dato principio alla fabbrica di quella magnifica galleria che era insieme biblioteca e museo di tutte le belle arti e di tutte le scienze. Ma io debbo qui avvertire che quella gran fabbrica, di cui abbiamo recata la descrizione che nel 1609 ne fece Aquilino Coppini, fu opera propriamente di Carlo Emanuele che pose in esecuzione le idee dal padre suo concepite. Così io raccolgo dalla lettera con cui Federico Zuccaio gli dedicò nel 1607 JJ idea dei’ Pittori, Scultori e Architetti, stampata in Torino nell’anno medesimo. Perciocchè in essa egli parla della galleria come di cosa appena allor cominciata , e c insegna insieme che il duca stesso si dilettava di disegnar colle sue mani molte delle figure che ivi dovean esser dipinte: Se si elegge, dice egli, personaggio in cui risplenda