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SECONDO 361 Magalotti che stese il libro de1 Saggi di quell’Accademia; e benchè egli in quell’opera non soddisfacesse pienamente a se stesso, la vide nondimeno accolta con grandissimo plauso non solo per la dottrina in essa racchiusa, ma ancora per l’eleganza con cui è esposta. Fu poscia ammesso fra’ gentiluomini di camera del gran duca, e la gentilezza del tratto, la naturale eloquenza, la perizia ch’egli avea nelle belle arti, la molteplice erudizione di cui era fornito, lo rendette a tutta quella corte carissimo. Ma la corte non lo distolse da’ geniali suoi studi. Le cose fisiche e le astronomiche lo dilettavano principalmente, e ne son pruova le Lettere scientifiche ed erudite , e le altre lettere da lui scritte e in diversi tempi pubblicate, nelle quali egli tratta con eleganza di stile e con profondità di dottrina molte di tai quistioni. A questi severi studi frammischiava i piacevoli della volgar poesia , e vedremo altrove eh1 ei fu in essa uno de’ più felici. Vi aggiunse ancora lo studio delle lingue orientali, e singolarmente dell’araba e della turca. Fra le moderne scriveva e parlava il francese, lo spagnuolo e l’inglese con grazia non ordinaria. I diversi viaggi ch’ei fece per le principali provincie d’Europa, or accompagnando il gran principe Cosimo in Francia e in Inghilterra , or insieme con Ottavio Falconieri internuncio apostolico in Fiandra, or inviato ministro del gran duca alla corte di Vienna, giovarono a un tempo ad accrescerne e a farne conoscere l’erudizione. Fu caro a tutti i dotti che con lui conversarono; ed egli