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PRIMO ^5 VI. Fra tutti gli altri sovrani d’Italia io non veggo chi più dappresso s’accosti a’ Medici, che Carlo Emanuele I duca di Savoia, il quale, se non uguagliò la loro magnificenza, superò nondimeno per avventura il loro animo e il loro coraggio; perciocchè, dove essi nel seno di una invidiabil pace poterono tranquillamente promuovere e coltivare gli studi , egli, involto continuamente fra il rumore dell’armi, amò e protesse le lettere non altrimenti che se di esse sole avesse potuto occuparsi. Avea egli per ordinario costume di volersi dappresso, quando si assideva a mensa, uomini eruditi che innanzi a lui tenevano ragionamento di questioni filosofiche, o di altro letterario argomento; ed egli stesso, dimentico quasi del cibo, entrava ne’ lor discorsi, e godeva di disputare con essi. Così affermano il Codreto nella Vita di questo gran principe, stampata in Torino nel 1657 (p. 63), e il Guichenon (Hi st. genealog. p. 865). Ma perchè cotali scrittori di Vite soglion talvolta esser sospetti, io ne addurrò altre più sicure testimonianze che dal ch. sig. baron Giuseppe Vernazza , da me più volte lodato, mi sono state cortesemente additate. Abbiamo altrove accennate le opere che l’un contro l’altro pubblicarono in Torino nell’anno 1579) Antonio Berga e Giambattista Benedetti sopra la grandezza dell1 acqua e della terra. Ora il Benedetti nel suo libro così racconta (p. 3, ec.). Ragionandosi pochi dì sono alla presentia di V. A. (la quale con l’alto suo ingegno invita i più elevati spiriti a discorrere d’intorno le più gravi materie di tutte le scienze ed arti liberali) vi. Studi minitirc-ma verro i dotti dt Carlo Emanarle 1 duca Ji Savoia.