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SECONDO 357 molti illustri filosofi che l’hanno con alte lodi encomiata. Ma basti ricordare il celebre Muschenbroeck, il quale giudicò ben impiegato il tempo nel recarla in latino, e nel corredarla di dotte annotazioni, acciocchè meglio si divolgasse anche dove la lingua italiana non è intesa, e credette di recar con ciò non leggier giovamento agli studi della buona filosofia. Così avesse quest accademia avuta più lunga vita! Ma nel 1667, partiti da Firenze il Borelli, il Renaldini e FUliva, che eran nel numero degli accademici, e fatto cardinale il principe Leopoldo, questi non potè più promuoverla ed avvivarla, come avea fatto in addietro, e gli accademici , privi del lor protettore e ridotti a minor numero, si sbandaron tra poco, e questa sì illustre adunanza, dopo dieci anni soli, venne meno e si sciolse (V. Lett. ined. t. 1 , p. 221, 295). Ma prima di finire di ragionarne, dobbiam vedere chi fossero i valentuomini da’ quali fu ella composta. XXXVI. Nove ne nomina il sopraccitato senator Nelli (l. cit. p. 104, ec.), e vuole che questi soli vi fossero ascritti. E noi seguendo 1 ordine da lui tenuto, e valendoci delle notizie da esso raccolte, ne direm qui brevemente. Paolo e Candido del Buono fratelli fiorentini sono i primi. Paolo era stato scolaro del Galileo , e avea da lui appreso il buon metodo di filosofare. Nell1 accademia ei fu l’inventore dello strumento per comprimere l’acqua. Ma appena avea ei cominciato a dare in essa più saggi del suo valore, che passò in Allemagna col carico