Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/356

344 J.IBIIO avvertito da M. Monnier, era già sialo propoj sto da M. Morin. A lui debbonsi ancora l’applicazion dell’eclissi solari a trovar la longitudine de’ luoghi della terra, diversi nuovi periodi cronologici per conciliare i movimenti del Sole e della Luna? e l’ingegnosa spiegazione delle regole dell’astronomia indiana. Nel 1695 fece un viaggio in Italia, e giunse a tempo per riparare a’ danni che alla meridiana di S. Petronio avea recato il pavimento, su cui era tirata, uscito dal suo livello; nella qual occasione fu da’ Bolognesi fatta coniare in onor di esso una medaglia, come un1 altra ne era stata coniata in Francia per lo scoprimento de’ satelliti di Saturno (Mus. Mazzucchell. t. 2,p. a 16). Tornato in Francia , ebbe una gran parte nel lavoro della gran meridiana dell’Osservatorio di Parigi. Essendosi in Roma cominciato di nuovo a parlare della riforma del Calendario gregoriano, ed essendo stata perciò formata nel 1700 una congregazione d’uomini dotti, il papa volle che fosse su ciò consultato il Cassini, il quale mandò a tal fine in Italia il celebre Maraldi suo nipote, natio esso pure di Perinaldo, e venuto in Francia fin dal 1(187 Por unirs‘ negli studi astronomici al zio, di cui sostenne poscia sì felicemente la gloria. Ma il Maraldi e le fatiche intraprese per f accennala riforma non appartengono al secolo di cui scriviamo. Negli ultimi anni della sua vita, come già il Galileo, anche il Cassini divenne cieco; e finalmente a’ 14 di settembre del 1712 in età di 87 anni finì di vivere senza malattia, senza dolore, c per la