Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/346

334 LIBRO suo Argomento fisico-matematico, stampato in Venezia nel 1669. Una contesa astronomica insorta a que’ tempi diede occasione al Riccioli di scrivere un1 alti opera. Francesco Leverà, che dall1 Allacci (Apes urb. p. 146 ed. Hamburg. 1711) e dal Mandosio (Bibl. rom. t 2, p 3i3) (a) è detto romano, dal Rossotti è detto di origine savoiardo, nm allevato fin da fanciullo in Roma {Sjrllab. Script. Pedcm.p. 209), autore di molte opere di diversi argomenti, e fra le altre di un Prodromo latino su tutta l’Astronomia riformata, pubblicò nel 1664 un Dialogo, iu cui faceasi a dimostrare che la riforma del Calendario non era stata sì perfettamente eseguita a" tempi di Gregorio XIII, eh’esso 11011 abbisognasse di nuova correzione. Il P. Riccioli persuaso clic la correzion Gregoriana fosse, quanto polca bramarsi, esatta, ne scrisse f Apologia e le Vindicie, che sotto il nome di Michele Manfredi furono stampate in Bologna nel 1G66, e in questa sua disputa ebbe a sè favorevole il sentimento del famoso Cassini. Il Leverà replicò al Riccioli, c altre opere anche di altri scrittori uscirono in tal materia, le quali però 11011 produssero effetto alcuno, perciocché il Calendario rimase qual era prima. Fondato su’ suoi principii, il Leverà sostenne ancora in una Dissertazione, stampata nel 1666, che in quell’anno la Pasqua 11011 dovea celebrarsi (a) Vegetisi anche l’elogio che del Riccioli ha fatto M. Bailly (Hist. de l’Astron. mod. t. 2, p. 166, ec.), il quale potrà servir di compenso alla diversa maniera con cui ne ha favellato un altro moderno scrittore.