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% SECONDO 3J3 vespertina e mattutina, benchè il ciel nuvoloso non gli permettesse d’osservarla la gloria della quale scoperta concedesi al Borelli anche dal valoroso astronomo M. Monier (Fabrani fi tue Jtalor. doctr. ex ce II. dee. 4; f}- 35 i). WX. Fra" valorosi astronomi di questo secolo debbonsi annoverare due gesuiti, il Padre Giambattista Riccioli e il P. Francesco Maria Grimaldi. Il primo era di patria ferrarese, nato nel 1598 e rendutosi gesuita nel iti 14, e dopo avere per più anni insegnata tra’ suoi la filosofia e la teologia ora in Parma, ora in Bologna, in quest’ultima città finì di vivere a’ 25 di giugno del 1671. Il catalogo delle molte opere da lui pubblicate si può vedere presso il Sotuello (Bibl. Script. Soc. Jesu, p. 416, ec). Io dirò in breve di quelle sole per le quali è degno di essere in questa Storia nominato con lode. Il suo Almagesto è una raccolta di tutto ciò che gli astronomi di ogni tempo, aveano pensato e scritto fino a’ suoi giorni; opera, dice il Montucla (t. 2, p. 255); di cui si può dir veramente eli1 è 1111 vero tesoro di erudizione e di sapere astronomico. Nella sua Astronomia Nova egli, o perchè fosse convinto della falsità del sistema copernicano, o perchè piamente credesse di dover soggettare il suo ingegno alla condanna contro il Galileo fulminata, volle proporre nuove ipotesi, colle quali si lusingò di spiegare tutti i celesti fenomeni. Ma in ciò ei fece bensì conoscere di essere dotato di acuto e penetrante ingegno, ma non potè ottenere di avere molti seguaci. Ei prese ancora a combattere direttamente il sistema copernicano con un xxx. PP. Hicrinll r Griiiutili.