Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/34

22 libro successore di Ferdinando. Allevato egli pure e diligentemente istruito ne’ buoni studi, aggiunse ad essi il viaggiare in età ancora giovanile nelle. principali provincie d’Europa3 e in questi viaggi ben fece egli conoscere quanto gli stessero a cuore le lettere 3 perciocché di niuna cosa mostravasi più bramoso, che di conoscere gli uomini dotti, di visitar le più celebri università, di esaminare le più copiose biblioteche, e d’informarsi di tutto ciò che giovar potesse a fornirlo di sempre nuove cognizioni. Prima ancora di salire sul trono, aveasi egli formato nel suo palazzo una copiosa e magnifica libreria , e non contento, quando ebbe in mano il governo, di accrescere la Laurenziana, un’altra nelle private sue stanze volle raccoglierne, in cui unì principalmente le opere dei santi Padri , della qual lettura piacevasi assai. I dotti che nel gran duca Ferdinando II avean trovato un sì splendido protettore, conobber tosto che col mancare di esso non era mancata loro la protezione e la beneficenza, e in Cosimo parve loro di veder rivivere Ferdinando. E lo stesso vuol dirsi delle università e delle accademie della Toscana, che sotto il governo di Cosimo continuarono a fiorire felicemente. Il famoso specchio ustorio da lui acquistato, la macchina pneumatica eli’ ei fece a bella posta venir da Leyden, i semplici e l’erbe più rare che a grandi spese ei fece raccogliere dalle più remote parti del mondo , i dottissimi uomini chiamati a leggere in Pisa, tra’ quali furono fra gli stranieri Jacopo Gronovio e Diego Lopez portoghese, l’impegno con cui promosse