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32 2 LIRRO Casiilese ((. 4) (a). Egli mori in Roma nel 1 CjJ j, lasciando immollai memoria di sé medesimo non solo nelle sue opere, ma ancora ne’ vaio, rosi discepoli eli ei venne formando, tra’ quali ottennero gran nome il Torricelli e il Borelli. da noi già rammentati, e il P. Cavalieri, di cui poscia diremo. XXVL Benché non soglia annoverarsi tra gli scrittori più illustri in materia d’acque, è nondimeno meritevole di onorata menzione don Fabiano Michelini. Ei fu dapprima Scolopio, e chiamossi allora Francesco da S. Giuseppe; e con questo nome egli si sottoscrive in una sua lettera al principe Leopoldo, scritta da Pisa nel 1G47 ùied. t. 1, p. 167). Ma io non so quand’egli deponesse quell’abito, rimanendo prete secolare. Narra egli stesso che fin dal 1635 egli era venuto alla servitù della casa de’ Medici, e vi stette più anni leggendo le matematiche in Pisa, e instruendo anche in esse il principe Leopoldo ivi, p. 275). Nel 1659 veggiamo ch’egli era in Patti città della Sicilia presso Messina (ivi, p. 2), nè trovo a qual occasione ei colà si recasse. Tornossene però presto.in Toscana, e fu gli ultimi anni di sua vita in Firenze, ove anche morì a’ 10 di gennaio del 1 (365 (a) 11 Beili rammenta 1111 discorso ms. del P. Castelli intorno agli effetti della vista, di cui egli avea copia, e alenile lettere scritte al Galileo sopra il disuguale e diverso riscaldamento di quel mattone tinto mezzo di nero e mezzo di bianco tenuto al Sole, delle quali pure avea copia , ma clic prestate a un barone tedesco più non si eran trovate (Op. t. 5, p. 28 rd. i\<ipol. 1778).