Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/332

3ao LIBRO del modo di disegnar giustamente le dette macchie per mezzo di una carta bianca e piana posta incontro al vetro concavo del cannocchiale rivolto al Sole, e quattro o cinque palmi da esso lontana, dice che un tal modo è stato ritrovato da un suo discepolo Monaco Casinese nominato D. Benedetto Castelli famiglia, nobile di Brescia, uomo d’ingegno eccellente, e , come conviene , libero nel filosofare (ivi, p;. 109). Ma il principale studio del P. ab. Castelli fu quello del movimento delle acque, del quale studio ei si può dir con ragione fondatore e padre. Fin dal 1628 pubblicò egli in Roma le due opere che tanto nome gli hanno in questa materia acquistato, cioè la Misura dell’acque correnti e le Dimostrazioni geometriche della misura dell’acque correnti, le quali, dopo più altre edizioni, sono state di nuovo inserite nella Raccolta degli autori che trattano di tale argomento, stampata in Firenze (t. 1), insieme con diversi altri trattati finallora inediti dello stesso P. Castelli sulla Laguna di Venezia, sul Fiume morto, sulla Bonificazione delle Paludi Pontine, sulle Bonificazioni del Bolognese, del Ferrarese e del Romagnolo, ed altre operette di somigliante argomento. Il Guglielmini, di cui tra poco ragioneremo, benchè in alcune cose impugni il P. Castelli, confessa però ch’egli è stato il primo ad applicare la geometria al moto dell’acque (Praef. ad Mensur. Aquar. fluent). Il Montucla lo chiama il creatore di questa parte dell1 idraulica, e dice che il libro della Misura deli acque è poco considerabile