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SECONDO 3 I I XXin. Un altro non meno illustre scolaro del P. ab. Castelli, cioè Giannalfouso Borei li, illustrò egregiamente la statica e la meccanica, e in un punto singolarmente che da niuno ancora era stato trattato, cioè intorno al movimento degli animali. Oltre le notizie che di lui ci ha date il co. Mazzucchelli (Scritt. ital. par. 2, t. 3, p. 1709), ogni copiosa Vita, scritta con esattezza al pari che con eleganza, ne abbiamo di fresco avuta dal celebre monsig. Angiolo Fabroni (Vitae Italor. doctr. excell. dec. 4 3 p. 308, ec.), di cui trarremo in breve le cose più importanti a sapersi. Il Borelli non fu di patria messinese, come da molti si dice, ma napoletano, e figlio di Michele Alonzo e di Laura Borello, dalla quale prese il cognome; e da essi nacque nel Castelnuovo di Napoli a’ 28 di gennaio del 1608; della qual epoca però diremo sul fine di questo paragrafo. Perciò il Mongitore saggiamente lo fa escluso dalla sua Biblioteca degli Scrittori siciliani (t. 2, Append. p. 51). In età ancor giovanile passò a Roma, ove alla scuola del P. ab. Castelli sì felicemente si avanzò negli studi della filosofia e della matematica, che fu chiamato professore di matematica in Messina, e poscia fu ancora da que’ magistrati a pubbliche spese inviato in Italia, perchè viaggiando sempre più si istruis se. Giunto a Firenze, ebbe il dolore di vedersi tra non molto rapito il gran Galileo, della cui conversazione avea cominciato a godere. Tor nato in Sicilia , all’occasione delle febbri mali gne , dalle quali fu quell’isola travagliala negl