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SECONDO 3o<) Torricelli l’avea preceduto; e che non credeva che il Roberval fosse per fargli il minimo torto. Ma basti ciò di questa contesa, e torniamo all1 opere e alle invenzioni del Torricelli. XXII. Il Torricelli stese le sue ricerche a’ fluidi, e scrisse del loro moto. Ma benchè anche su questa parte della fisica egli spargesse non poca luce, non giunse però ad uguagliare la fama del P. ab. Castelli suo maestro, di cui diremo tra poco. Più bella e più gloriosa al nome del Torricelli fu la scoperta eli1 ei fece della cagione della sospensione de’ liquidi ne’ tubi. Era già noto questo fenomeno, e l’antica filosofia ne avea fissata per cagione l’orror del voto. Il Galileo, benchè avesse conosciuta la gravità dell’aria, e benchè avesse scemato alquanto di forza all’orrore del voto, non ebbe però coraggio di sbandirlo del tutto. Era riser» vata tal gloria al Torricelli, il quale non solo fu il primo a farne l’esperienza, ma ancora a spiegarla per mezzo della pressione dell’aria; di che si portan dal Dati nella più volte citata lettera evidentissime pruove, tratte dalla lettera da lui scritta nel 1644 all’abate Michelagnolo Ricci, poi cardinale, e dalla risposta da esso fattagli. La stessa lode dà al Torricelli l’inglese TV allis in una sua lettera al principe Leopoldo de’ Medici , scritta nel 1670, in cui afferma che questa sola scoperta avea cambiata quasi interamente la fisica, come era stata cambiata la medicina da quella della circolazione del sangue (Lett. ined. d Uom. ili. t. 1 , p. 321), In fatti nel 1743 Giorgio Mattia Bose, professore nella università di Vittemberga in Sassonia.