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IV. Fj»on ad esse prestato dal Cardinal Leopoldo. 20 LIBRO IV. Al tempo medesimo in cui il gran duca Ferdinando II rendevasi colle sue virtù e colla protezione accordata alle scienze ai muraiòle e caro anche alle lontane nazioni, il principe e poi Cardinal Leopoldo di lui fratello gareggiava con lui nell’onorare gli studi, e nulla sollecito di aver con lui comune l’impero, se non quando venivane chiamato a parte, solo nella munificenza verso de’ dotti e nell’amor delle lettere pareva geloso di non essere a lui secondo. Il Galilei, il Torricelli e don Fabiano Michelini gli furon maestri, e sotto la lor direzione non volle già egli soltanto correre superficialmente il regno della natura , ma osò di penetrarne i più astrusi misteri, e di uguagliare la gloria de’ più dotti filosofi. Da lui vedrem rinnovata l’Accademia Platonica, e da lui fondata la sì celebre del Cimento, a cui deesi propriamente la rinnovazione della filosofia. I due tomi di Lettere inedite d’uomini illustri, pubblicati di fresco dal ch. monsig. Fabbroni, ci mostrano il cardinale Leopoldo in continuo carteggio co’ più dotti filosofi e matematici che allor fiorissero non solo in Italia, ma in tutta l’Europa. Egli scrive loro, ed è da lor consultato , e si comunicano a vicenda le loro scoperte, i loro raziocinii, gli avvisi dei nuovi libri venuti a luce; e se essi non dimentican mai nello scrivergli quel rispetto che a sì gran principe è dovuto, sembra dimenticarsi egli stesso del suo carattere, e trattar con essi quasi con suoi uguali. Firenze non vide mai forse il più dolce e il più giocoudo spettacolo, come allor