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SECONDO at)^ del Gilberto, cioè che la interior massa del globo terraqueo sia una gran calamita, ma più di lui si avanzò nell’aggiugnere alla medesima. per mezzo dell’armatura, forza molto maggiore di quella che avea saputo aggiugnerle il Gilberto, come si è già osservato: Le cose fin qui dette, conchiude l’ab. Andres (p. 198, ec), fanno vedere abbastanza, quanto sia la fisica debitrice al Galileo in tutte le sue parti. Io non ho voluto addurre alcune proposizioni del medesimo sopra la generazione de’ corpi, sopra la densità e radità ed altre qualità, nelle quali cose tutta consisteva la fisica di quei tempi. Galileo vero estimatore delle scienze faceva di tali questioni sì poco conto, come ne fanno al presente tutti i saggi filosofi, e però ne lasciò poco scritto; ma pure in questo poco spiegò assai chiaramente tali materie senza forme sostanziali o accidentali, e fu precursore al Cartesio di una verità che fece tanto risuonare nelle scuole il suo nome. Non meno potrei formare una logica di varie proposizioni del Galileo, come la fecero i Cartesiani dalle poche regole della dissertazione sul metodo del Des-Cartes. Il dubitare tanto raccomandato dal Cartesio non lo fu meno dal Galileo in una sua lettera al P. Castelli; dove chiama il dubitare padre delle invenzioni, e quello che fa strada allo scoprimento del vero. Nel levare il giogo di Aristotile, e scuotere il giogo dell autorità, ebbe già Des-Cartes l’esempio del Galileo, che nel primo e nel secondo Dialogo, ne’ Pensieri varii e nel Saggiatore dice cose graziosissime su tale materia. Galileo insegna il