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dimorava in Ingolstad, ove c?rn anche lo Scheiner, e che nella sua Astrologia sacra, senza pur nominare lo Scheiner, al Galileo attribuiva la scoperta delle macchie; e quella di un altro Gesuita, di cui non vuol dire il nome, il quale affermava averne egli dato il primo avviso al detto Scheiner nel tempo eh* io mi trovava in Roma, dove più volte le feci vedere a molti gran prelati negli Orti Quirinali, il che accadde nell’aprile del i(5ij. Chi fosse questo Gesuita, raccogliesi da un’altra lettera di Giovanni Pieroni al Galileo, il quale mandando a lui una copia della celebre opera De Centro gravitatis del P. Paolo Guldin gesuita tedesco, che questi aveagli data a tal fine, aggiugne: E perchè detto Padre è quello che mi attesta, che fu il primo che diede lume ed avviso al P. Scheiner delle macchie del Sole scoperte da V. S., perciò più particolarmente io l’amo, ec. (ivi, p. 200). E ancorchè volesse concedersi che lo Scheiner, senza sapere del Galileo, scoprisse le macchie solari, è certo però , che lo scrittore italiano assai meglio che il tedesco ne spiegò la natura e i fenomeni, cambattendo l’opinione dello Scheiner sostenuta, ch’esse fossero altrettante stelle (a). (j) Un altro Oltramontano pretende, e, secondo il parere di m. Bailly (l. c. p. 104, ’<17)1 con maggior ragione che il P. Scheiner, di essere stato il primo ad osservar le macchie solari, cioè Giovanni Fabricio, che intorno ad esse pubblicò una sua lettera nel giugno del 1611. Nondimeno, se il Galileo osservolle verso la fine del 1610, non pare che si possa sì facilmente decidere