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secondo a83 cominciò ad aver qualche idea delle fasi del primo di questi due pianeti, e pienamente scoprì quelle del secondo. Più ampio campo alle scoperte del Galileo somministrò la Luna. Ei fu il primo a conoscere die la superfìcie ne era scabrosa, e a ravvisarvi i monti, de’ quali ancora si accinse a misurare l’altezza. Questa scoperta fu comunemente ricevuta con plauso5 ma ebbe anche qualche avversario. Un Gesuita professore in Mantova , in una pubblica disputa ivi tenuta, sostenne che il corpo della Luna avea certo de’ monti, ma la circonferenza non già, come il Galileo affermava; e innoltre che non era giusta la dimostrazione da lui recata del suo metodo nel misurare f altezza de monti lunari. Della stessa opinione fu il p. Giuseppe Biancani bolognese pur gesuita , professore di mattematica in Parma, e autore di alcune opere intorno a questa scienza, degne per que’ tempi di lode (Mazzucch. Scritt. ital. t. 4, par. 2 , p. 1120). Ad amendue fece il Galileo lunga e ingegnosa risposta in una sua lettera al p. Cristoforo Griemberger gesuita, che insieme cogli scritti de’ due suddetti Gesuiti si legge nel secondo tomo dell" opere del Galileo dell’edizione di Padova, insieme con alcune altre lettere del medesimo inserite nel terzo tomo in risposta ad altre difficoltà oppostegli da Gio. Giorgio Breugger e da Lodovico dalle Colombe e da Fortunio Liceto. Io lascio altre scoperte dal Galileo fatte nel corpo lunare, che si posson veder accennate dai più volte nominati scrittori, per passare a quella tanto più celebre delle macchie solari.Questa ancora gli fu contrastala;