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258 LIBRO anno, secondo Fuso fiorentino, cioè del i638, secondo il comune uso d’Italia (Op. t. 2; p. ^ e porlo sotto l’ombra delle Api di Urbano / III, acciò pensasser esse col loro aculeo a pungerlo e a difèndermi. A voi perii basterà questa lettera, che non mi sento portalo a fare un libro sul mio processo, e sull Inquisizione , non essendo nato per Jarc il teologo , e molto meno l’autor criminalista. Io aveva fin (Li giovane studialo e meditalo per pubblicare, un Dialogo dei suoi sistemi Tolemaico e Copernicano, pel soggetto del quale fin da principio che andai Lettore a Padova aveva di continuo osservalo c filosofalo , indottovi principalmente da litui idea , che mi sovvenne di salvare co’ supposti moti della terra il flusso e riflusso del mare. Alcuna cosa su questo proposito mi uscì di bocca , allorché si degnò di sentirmi a Padova il principe Gustavo di Svezia, che da giovane facendo l’incognito per t Italia, si fermò quivi colla sua comitiva per molti mesi, ed ebbi la sorte di contrarvi servitù mediante le nuove mie speculazioni e curiosi problemi, che venivan giornalmente promossi, e da me risoluti, e volle ancora eh’io gl’insegnassi la li/igiui toscana. Ma ciò che tese pubblici in Iionui i miei sentimenti circa il moto della terra, fu un assai lungo discorso diretto all eccellentissimo sig. cardirude Orsini, e fui allora accusato di scandaloso e temerario scrittore. Dopo la pubblicazione de’ miei Dialoghi fui chiamato a Roma dalla Congregazione del S. Offizio, dove giunto a io di febbrajo del 1GJ2 fui sottomesso alla somma clemenza di quel Tribunale e del sovrano pontefice Urbano V III, il qiuilc non per tanto mi credeva degno della sua stima, benché’ non sapessi far l’epigramma ed il Sonettino amoroso. Fui arrestato nel delizioso palazzo della Trinità de’ Monti presso l atnbasciador ai Toscana. Il giorno dopo venne a trovarmi il P. commissario Lancio, e condottomi seco in carrozza mi fece per la strada varie interrogazioni, e mostrò dello zelo, acciò riparassi lo scandalo che io aveva dato a tutta V Italia, col sostenere l’opinione del moto della terra; e per quante solide ragioni e matematiche gli adducessi, egli altro mi rispondeva che « Terra autem in