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25 2 libro privilegi, e coll1 accrescimento dell1 annuo stipendio fino a mille fiorini. Bramò nondimeno, richiese ed ottenne di esser richiamato a Pisa, e nel 1610 con lettera del segretario Vinta, scritta a’ 5 di giugno, fu nominato Matematico primario dello Studio di Pisa, c filosofo del se* venissi tuo gran duca, senza obbligo di leggere e di risiedere nè nello Studio nè nella città di Pisa, e con lo stipendio di mille scudi l’anno moneta fiorentina (Lettere ined. d Uom. ili f, i, p. ’j.\). Nel 1611 andossene la prima volta a Roma j e allora ei vi fu accolto da tutti con sentimenti di alta stima, e fu ascritto nell1 accademia de1 Lincei circa quel tempo fondata. Di questo viaggio parla il Viviani; ma egli non fa menzione del secondo che il Galileo vi fece nel 1615. Le opinioni da lui insegnate, e quella singolarmente del sistema copernicano, cominciavano a farlo rimirar come eretico; ed ebbevi tra gli altri un frate che, predicando dal pergamo, scagliossi contro di lui, e si lusingò di conquiderlo , volgendogli contro quel passo di S. Luca: Viri Galilaei, quid statis aspicientes in Coelum (ivi, p. 47j nota 1) (a) ■ H (a) Alcuni moderni scrittori di Vite e di Elogi sembran) volerci persuadere che i più ostinati persecutori del Galileo fossero i Gesuiti. A. me pare che P accusa sia calunniosa ed ingiusta. Le prime scoperte che dal Galileo si fecero in cielo intorno a’ satelliti di Giove, e intorno agli altri pianeti, furono ripetute in Roma dal P. Clavio e da alcuni altri Gesuiti suoi colleghi negli studi astronomici. Il primo ne diede avviso al Velsero; gli altri ne assicurarono con lor viglietto il Cardinal