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a48 LIBRO d1inutilmente stancarci in sì intralciato sentiero. Ei segue comunemente le opinioni del Telesio; da cui però si allontana più volte, per cadere in altri ancor più gravi errori. Di lui in somma possiamo dire ciò che detto si è del Cardano, cioè eli’ egli avrebbe potuto recare gran giovamento alle scienze, se avesse voluto frenare la sua immaginazione e ’l suo ingegno, e serbare egli stesso quelle ottime leggi che per lo scoprimento del vero prescrive agli altri. VI. Mentre il Campanella co’ suoi ingegnosi delirii sconvolgeva la filosofia tutta, senza rischiararne gli astrusi misteri, il gran Galileo con passo franco e sicuro innoltravasi arditamente nel vasto e sconosciuto regno della natura , e tanti trofei v’innalzava all1 immortalità del suo nome, quante vi facea ad ogni passo nuove e meravigliose scoperte. Di questo gran genio, che potrebbe bastare a render f Italia oggetto d’invidia alle straniere nazioni, dobbiamo qui ragionare; e dobbiam cercare di ragionarne in tal modo, che nulla si taccia di ciò che a lui debbon le scienze, ma dentro a que’ ristretti confini che la natura di quest’opera a noi prescrive. E tanto più, che ci è qui lecito l’esser brevi, ove tanti e tanti altri scrittori ci han prevenuto. La Vita del Galileo è stata diffusamente scritta da uno de’ suoi più illustri scolari, cioè da Vincenzo Viviani; ed essa fu la prima volta stampata ne’" Fasti consolari dell’Accademia fiorentina (p. 397), e quindi premessa alle due ultime edizioni delle opere del Galileo medesimo fatte in Firenze e in Padova. Nuovi lumi per la vita di questo grand1 uomo