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23 a LIBRO ne annovera il P. Miceron, ed esse sono comprese in diciannove tomi in folio, stampa li in Lion nel 1661, a’ quali poscia si aggiunse nel 1669 il ventesimo intitolato Apopompaeus, in cui contengonsi quelle opere che pel troppo satirico stile, con cui sono scrilte, non ave a \roli*to l’autore riconoscere come sue Oltre le notizie che di queste opere ci dà il suddetto scrittore, molte altre più minute ne aggiugne il citato ab. Joly. Io udii già dire ad un valentuomo, che quando egli voleva studiare su qualche strano argomento, di cui niuno avesse trattato, prendeva tra le mani le opere del P. Rainaudo, sicuro che vi avrebbe trovato di che appagare la sua curiosità. In fatti di mille diverse materie, singolarmente sacre, egli tratta nelle sue opere, e si può dire che su quella materia ch’ei prende a trattare, raccoglie quanto si è detto, e quanto poteasi dire. Così ne fosse la trattazione più metodica e più precisa. Ma egli non sa tenersi sul diritto sentiero; divagasi or a destra, or a sinistra, e stanca il lettore col l’avvolgerlo in un continuo labirinto. Lo stile ancora non può piacerne, perchè è un capriccioso grottesco di greco e di latino, or troppo oscuro per affettazione di antichità, or troppo umile per trascuratezza di correzione. La critica innoltre non è molto esatta, e spesso senza il giusto discernimento ei raccoglie i detti e le opinioni dei buoni e de’ cattivi scrittori. Questi difetti delle opere del Rainaudo furon cagione che lo stampatore il quale ne diede una compita edizione. e che credeva di adunarne